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In ricordo di Salvatore Biasco

In ricordo di Salvatore Biasco

 

Quanto altro tempo pensavamo in tanti di poterci dare con Salvatore Biasco, per raccogliere e rilanciare la sua voglia di continuare a pensare strategico, il suo non voler rinunciare al primato della politica, lui, tecnico di primissimo valore. E invece ora, improvvisamente, non è più.

Di una vicenda personale e professionale che ha attraversato le fasi più significative della storia del pensiero economico e politico della sinistra italiana, spiccano tanti momenti. Due su tutti. Quei quaderni di lavoro del Cespe, di cui era divenuto Presidente, attorno ai quali chiamava a discutere una platea ampia di studiosi, che potessero aiutare a costruire la strada per il nuovo soggetto politico che andava nascendo, l’Ulivo. E poi quella stagione 1996-2001 in cui, anche come Presidente della Commissione Bicamerale per la Riforma Fiscale, lavora in un Parlamento profondamente rinnovato dando la sensazione che un cambio di passo fosse possibile.

Compagno di tante discussioni. A tratti enigmatico. Poi aperto, quasi con ingenuità. Troppo brutale la sua scomparsa per ogni ordine nelle immagini di tutti noi.

Fabrizio Barca a nome del CdA

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