Carla Lonzi: la politica, l’arte, la profezia – ciclo di seminari
Carla Lonzi: la politica, l’arte, la profezia
La Fondazione Basso e il CRS organizzano un ciclo di tre seminari, tutti nel mese di novembre, dedicati alla figura di Carla Lonzi, affrontando alcuni dei nodi scoperti e donati alla nostra cultura dalla fondatrice di “Rivolta femminile”. Il titolo della rassegna pone l’accento su tre parole chiave, la politica, l’arte e la profezia, che verranno analizzate partendo dalla lettura di alcuni testi dell’autrice, scelti dalle relatrici.
Calendario seminari:
- 9 novembre, ore 16.30: Seminario dedicato alla Politica
Intervengono: Maria Luisa Boccia e Ida Dominijanni
- 19 novembre, ore 16,30: Seminario dedicato all’approfondimento del laboratorio lonziano sull’Arte
Intervengono: Laura Iamurri e Maria Antonietta Trasforini
- 24 novembre, ore 16.30: Seminario dedicato alla dimensione, ardua e affascinante, della Profezia
Intervengono: Gaia Leiss e Rosetta Stella
Tutti gli incontri avranno luogo presso la Sala conferenze della Fondazione Basso ,Via della Dogana Vecchia 5
Le donne italiane sono – siamo – tutte ereditiere. Ma la conoscenza del nostro ricco retaggio simbolico è scarsa e frammentaria. Non per incuria, ma per scarsità di mezzi, riusciamo poco e male ad entrare in rapporto con chi ci ha preceduto e a interagire con i pensieri e le opere delle donne che hanno gettato le basi della libertà femminile in Italia. E’ una storia arcinota: nel primissimo secondo dopoguerra Anna Banti già lamentava, davanti alle ragazze che avevano contribuito a liberare Milano, la memoria perduta di Maria Montessori e delle prime militanti italiane della lotta per il suffragio. E poi le costituenti, e la giovanissima Teresa Mattei con la sua mimosa, la lotta parlamentare e la stampa dell’Udi. Ma nel 1970, Carla Lonzi, una affermata storica dell’arte, abbandona il brillante teatro della sua emancipazione, sale su una sorta di Aventino femminista e – con gesto inaudito – “sputa” su Hegel, padre nobile della teoria marxiana della liberazione proletaria. Né serve né padrone, bensì differenti dentro di sé: le donne amate, sognate e dolorosamente rintracciate da Lonzi sulla propria pelle sono, da allora, le sue eredi.