28 ottobre 1922 – 28 ottobre 2022, per non dimenticare
28 ottobre 1922 – 28 ottobre 2022
per non dimenticare
100 anni fa la “marcia su Roma”. Il nazionalismo trovò allora nel fascismo e nel sistema totalitario il suo più conseguente esito. La negazione delle libertà e dei più basilari principi democratici, l’esaltazione della nazione e della razza, condussero l’Italia e l’Europa a una devastante guerra e al genocidio antisemita che minarono alla radice lo stesso senso del vivere comune. Oggi, di fronte all’insorgere di vecchi e nuovi nazionalismi in Europa e nel mondo, ricordare quel tragico giorno deve servire a rinnovare la faticosa lotta democratica contro ogni sopraffazione e diseguaglianza.
Abbiamo selezionato dall’Archivio storico della Fondazione Basso alcuni documenti che rievocano il regime fascista e la lotta antifascista, dei piccoli e grandi gesti.
1-2) Una cartolina originale di propaganda del regime con l’immagine del “duce”, la preghiera e il decalogo del fascista che evidenziano l’uso strumentale e funzionale della religione cattolica nonché la “cultura” guerrafondaia.
3) Il laconico e sconfortato commento di Ada Alessandrini, cattolica antifascista, a quella stessa cartolina nei primi anni Trenta: “ecco lo spirito religioso che si trasfondeva ai bambini italiani. E la Chiesa ha collaborato per più di 10 anni col fascismo!” (Fondo Ada Alessandrini).
4) “Effetti della cura dell’olio di ricino”. Un’altra cartolina di propaganda del regime fascista che non ha bisogno di commenti. (Fondo Ada Alessandrini).
5) Fotografia di partigiani alla Valle di Lanzo, estate 1944. Un salto in avanti nel tempo ci porta nel periodo della guerra mondiale e della Resistenza partigiana contro il nazifascismo. (Fondo Antonio Giolitti)
6) Conclude la piccola galleria un documento del maggio 1945, appena conclusa la guerra: il lasciapassare di Antonio Giolitti, in qualità di addetto al Comando militare regionale piemontese presso il Vice comandate “Barbato”, emesso dal Corpo volontari della libertà il 18 maggio 1945 a firma di Nicola Barbato (nome di battaglia di Pompeo Colajanni, allora responsabile generale delle Brigate Garibaldi dell’VIII zona partigiana del Piemonte). (Fondo Antonio Giolitti)