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[AUDIO] Scuola per la buona politica 2016

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“VIVERE LA DEMOCRAZIA, COSTRUIRE LA SFERA PUBBLICA”

UNA SCUOLA PER LA BUONA POLITICA 2016

Politica oggi

(cosa resta dei classici del pensiero politico moderno?)
Perché i “classici” in questa edizione della Scuola per la buona politica? Non solo per un
generico bisogno di conoscenza o per una nobile finalità formativa, ma per un’esigenza
culturale profonda e un’assunzione di responsabilità che discendono direttamente da una
diagnosi del presente. Un presente instabile e precario del nostro paese, dell’Europa e del
mondo, che appare sempre più come un “interregno” fra il non-più del vecchio ordine
internazionale e il non-ancora di un nuovo ordine sovranazionale che stenta a delinearsi.
Un presente dalla fenomenologia per molti versi inedita, che ha messo in crisi modelli
consolidati della politica e dell’economia, facendo emergere il bisogno di un’attrezzatura
concettuale non più schiacciata sull’onda corta della congiuntura e in grado di restituire la
profondità di campo storico-strutturale del passaggio d’epoca che stiamo vivendo.
La sola relazione vitale e feconda con i classici è quella che parte da noi stessi: dai
problemi e dalle sfide della contemporaneità. I peggiori nemici dei classici, ha scritto una
volta uno storico del pensiero antico, sono proprio coloro che ne enfatizzano la perennità.
“Classici” sono quei testi che ci chiamano in causa, che ci interpellano non solo
genealogicamente ma prospetticamente, non solo in rapporto alla nostra origine ma nel
nostro presente e nella prospettiva del futuro. Il rapporto dei classici con noi non ha luogo,
dunque, nei termini dell’“attualità”: essi ci vengono incontro, come una memoria del futuro,
ogni volta che ci interroghiamo criticamente sull’“oggi”, sul tempo in cui ci accade di vivere
e operare. Un classico, ha osservato Italo Calvino, relega l’attualità a rumore di fondo, ma
è anche ciò che persiste come rumore di fondo quando l’attualità la fa da padrona.
Ma vi è di più. Il richiamo ai classici ha sempre svolto una funzione decisiva nelle fasi
storiche di crisi e di passaggio come quella in cui ci troviamo immersi. Si tratta oggi di
assumerli non come “autorità” ma come “testimoni”: non come emblemi di un orizzonte
statico, di un complesso predeterminato di dottrine, ma come indicatori di una pluralità
conflittuale, di una dinamica in costante metamorfosi. Allora i testi (anche contemporanei)
della politica e dell’economia, della sociologia e della filosofia, che abbiamo eletto a
“classici” ci appariranno come qualcosa di più di fonti di sapere, giacimenti di idee,
cassette degli attrezzi, archivi della memoria: ci si presenteranno nella loro autentica
natura, creativa e pericolosa, di “armi della critica” per accedere alla logica e struttura e
alle dinamiche di mutamento di un mondo che spetta a noi comprendere e trasformare.

Coniugando, secondo l’indicazione di Machiavelli, la lettura dei grandi testi del passato
con la nostra esperienza delle cose presenti.

Programma:

Potere

Machiavelli – Schmitt – Foucault
Relazioni di: Giacomo Marramao, Biagio De Giovanni
Coordina: Chiara Giorgi
Giovedì 21 gennaio 2016, ore 14,30 -19.00

Sovranità

Hobbes – Rousseau – Kelsen
Relazioni di: Luigi Ferrajoli, Maurizio Fioravanti
Coordina: Elena Paciotti
Giovedì 25 febbraio 2015, ore 14,30 -19.00

Etica

Kant – Nietzsche – Weber
Relazioni di: Laura Boella, Dimitri D’Andrea
Coordina: Gabriella Turnaturi
Giovedì 17 marzo 2016, ore 14,30 -19.00

Economia

Smith –Marx – Keynes
Relazioni di: Alessandro Roncaglia, Riccardo Bellofiore
Coordina: Laura Pennacchi
Giovedì 14 aprile 2016, ore 14,30 -19.00

Democrazia

Tocqueville – Dewey – Dahl
Relazioni di: Nadia Urbinati, Stefano Rodotà
Coordina: Gabriella Bonacchi
Giovedì 19 maggio 2016, ore 14,30 -19.00

Partecipazione

Arendt –Rawls – Habermas
Relazioni di: Mariuccia Salvati, Elena Pulcini
Coordina: Giancarlo Monina
Giovedì 16 giugno 2016, ore 14,30 -19.00

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