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IL RITORNO DELLA TORTURA NELLA CRISI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE


                     Master in Educazione alla Pace:

Cooperazione Internazionale, Diritti Umani e Politiche dell’Unione Europea

 Fondazione Basso – Sezione Internazionale
IL RITORNO DELLA TORTURA NELLA CRISI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE

TAVOLA ROTONDA E PRESENTAZIONE DEL VOLUME
La tortura oggi nel mondo, Edup 2006

18 maggio 2007, ore 17.00

 
Università degli Studi Roma Tre  – Sala del Consiglio del Dipartimento di Studi Storici
ìI piano della Facoltà di Lettere e Filosofia
Via Ostiense, 236 – 00146 Roma

 Interverranno Maria Rosaria Stabili, prorettore dell’Università degli Studi Roma Tre, Mauro Palma, presidente del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti Inumani e Degradanti, Luigi Ferrajoli, professore di Teoria generale del diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre, Franco Ippolito giudice del Tribunale Permanente dei Popoli, consigliere della Corte Suprema di Cassazione, Cecilia Cardito ricercatrice della Fondazione Basso – Sezione Internazionale

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Nell’attuale scenario internazionale desta forte perplessità e preoccupazione l’adozione di provvedimenti e disposizioni legislative che violano apertamente i diritti fondamentali dell’uomo. Vi rientrano – solo per ricordare gli ultimi eventi – le leggi varate dal presidente russo Putin relative alle questioni del Caucaso, prima fra tutte quella della Cecenia; la recente legge sul trattamento dei prigionieri firmata dal Presidente USA; la condanna a morte di Saddam Hussein. Trent’anni dopo la Dichiarazione Universale di Algeri, i diritti degli individui e dei popoli sono tuttora un progetto da costruire. La tortura è ancora presente, straccia la libertà di pensare, incute paura e annichilisce. Non è più impensabile indicatore del non-umano. Non è più l’inimmaginabile: è il possibile. Essa utilizza le stesse immagini ma ha un ruolo diverso, perché diversi sono i contesti: non più le dittature, o le ”colonie”, vecchie e nuove, ma le democrazie. Essa fa parte di un vero e proprio sistema, fatto di azioni e di omissioni e reso possibile dall’impunità, grazie alla quale i responsabili della tortura non vengono puniti e le vittime non ottengono giustizia. La Fondazione Basso – Sezione Internazionale – il 18 maggio 2006 presenterà il testo La tortura oggi nel mondo (Edup, pp. 320, 15,00 euro) curato da Linda Bimbi e Gianni Tognoni. Il volume raccoglie i saggi presentati in occasione delle tre sessioni dell’omonimo seminario internazionale organizzato nel 2005 a Napoli, Roma e Firenze. Il ritorno della tortura nella crisi del Diritto internazionale, la memoria delle torture in America Latina e in Africa, il confronto tra l’area mediterranea e quella atlantica riassumono il prezioso contenuto del libro. In Condannata da tutti ma ancora praticata Lelio Basso sottolineava come la tortura fosse stata in passato strumento per la ricerca della verità nei procedimenti giudiziari e di recente anche strumento di governo per terrorizzare gli oppositori.

L’iniziativa si inscrive nel programma di eventi organizzato dalla Fondazione per celebrare il trentennale della Dichiarazione di Algeri. La tavola rotonda si propone di coinvolgere i partecipanti in una esperienza di analisi sui temi della tortura e del Diritto dei Popoli per assolvere ad un ruolo di stimolo affinché le autorità politiche pongano al centro della propria azione una dimensione etica, i cittadini incalzino i governanti e l’informazione ne indaghi le scelte.
Non possiamo arrestarci a singoli eventi, l’analisi deve al contempo progredire e diffondersi a tutti i livelli, specie educando i giovani alla tolleranza, al rispetto dell’altro, alla libertà. Non c’è libertà nella violenza. L’occasione di una tavola rotonda non è sufficiente, occorre operare sempre più nel concreto attraverso gli strumenti che ci sono propri. Il ”no” alla tortura deve essere filo conduttore senza distrazioni di una politica fatta dagli individui, dai popoli e dagli Stati in cui essi si incarnano. Condannare ufficialmente la tortura, combattere l’impunità, proibire l’isolamento carcerario, informare i prigionieri sui loro diritti, visitare i luoghi di detenzione, informare e formare i funzionari di polizia, sorvegliare l’esercito e la polizia, ordinare inchieste imparziali costituiscono condotte che devono orientare l’azione dei Governi. Da circa 20 anni, da quando l’Italia, nel 1987, ratificò la convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, obbligandosi pertanto ad adattare l’ordinamento interno attraverso l’introduzione di uno specifico reato di tortura, auspicavamo che il Parlamento discutesse e approvasse la proposta di legge che introduce nel codice penale il reato di tortura. Il testo è ora all’esame del Senato. Il Protocollo opzionale alla Convenzione ONU del1987 è entrato in vigore nei mesi scorsi grazie al raggiungimento di venti paesi ratificatori. L’Italia non è tra questi. Pur essendo stata tra i primi paesi ad apporre la propria firma, nel 2003, non ha, ad oggi, approvato una successiva legge di ratifica. Due disegni di legge in merito sono attualmente alla Commissione Affari Esteri della Camera.

 

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Ufficio stampa: Raffaele Di Palma

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