“Vivere la democrazia, costruire la sfera pubblica”
una scuola per la buona politica
2017
Letture politiche del secondo Novecento
(dai classici del pensiero politico moderno ai classici di quello contemporaneo)
• Scadenza iscrizioni prorogata al 10 gennaio
Continua la nostra interrogazione dei “classici” in questa nuova edizione della Scuola per la buona politica. Il nostro bisogno di conoscenza, le nostre finalità formative, le nostre esigenze di approfondimento discendono direttamente da una diagnosi del presente che non ne ignora l’instabilità e la precarietà, diffuse nel nostro paese, nell’Europa e nel mondo. Occorre nutrirsi di “pensiero” per fronteggiare l’“interregno” fra il non-più del vecchio ordine internazionale e il non-ancora di un nuovo ordine sovranazionale largamente indefinito. La fenomenologia del presente è per molti versi inedita, modelli consolidati della politica e dell’economia sono in crisi, si impone il bisogno di un’attrezzatura concettuale non più appiattita sul breve periodo e in grado di interpretare in termini storico-strutturali il passaggio d’epoca in corso.
Confermiamo che la sola relazione vitale e feconda con i classici è quella che parte da noi stessi, cioè dai problemi e dalle sfide della contemporaneità. Lungi da noi l’enfatizzare la perennità dei classici. Se “classici” sono quei testi che ci chiamano in causa, che ci interpellano prospetticamente, oltre che genealogicamente, non solo in rapporto alla nostra origine ma nel nostro presente e nella prospettiva del futuro, la relazione con i classici non opera nei termini dell’“attualità”. I classici esprimono una memoria del futuro: ogni volta che ci interroghiamo criticamente sull’“oggi”, sul tempo in cui viviamo e operiamo, un classico – come segnalava Italo Calvino – relega l’attualità a rumore di fondo, ma è anche ciò che persiste come rumore di fondo quando l’attualità spadroneggia.
Nelle fasi storiche di crisi e di passaggio come quella odierna il richiamo ai classici è essenziale. Vanno assunti come “testimoni” invece che come “autorità”, come indicatori di una pluralità conflittuale, di una dinamica in costante metamorfosi, invece che come emblemi di un orizzonte statico, di un complesso predeterminato di dottrine. Allora i testi anche contemporanei della politica e dell’economia, della sociologia e della filosofia, che abbiamo eletto a “classici”, costituiscono qualcosa di più di sorgenti di sapere, idee, strumenti, memorie: nella loro autentica natura, creativa e pericolosa, si configurano come “armi della critica” per comprendere le dinamiche, le logiche, le strutture di mutamento del mondo. La lettura dei grandi testi del passato – questa volta del secondo Novecento – fertilizza la nostra esperienza delle cose presenti.
Programma
Giacomo Marramao e Carlo Donolo leggono
Dialettica dell’illuminismo di Max Horkheimer e Theodor W. Adorno
Coordina: Gabriella Turnaturi
Giovedì 19 gennaio 2017, ore 14,30 -19,00
Antonella Besussi e Lorenzo Sacconi leggono
Teoria della giustizia di John Rawls
Coordina: Elena Granaglia
Giovedì 16 febbraio 2017, ore 14,30 -19,00
Alessandro Dal Lago e Elena Pulcini leggono
Vita activa di Hannah Arendt
Coordina: Mariuccia Salvati
Giovedì 16 marzo 2017, ore 14,30 -19,00
Stefano Petrucciani e Alessandro Ferrara leggono
Fatti e norme di Jurgen Habermas
Coordina: Catia Papa
Giovedì 20 aprile 2017, ore 14,30 -19,00
Mario Galzigna e Paolo Napoli leggono
Microfisica del potere di Michel Foucault
Coordina: Chiara Giorgi
Giovedì 18 maggio 2017, ore 14,30 -19,00
Nadia Urbinati e Luigi Ferrajoli leggono
L’età dei diritti di Norberto Bobbio
Coordina: Elena Paciotti
Giovedì 15 giugno 2017, ore 14,30 -19,00