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5/16-XI-2018: “IMMAGINI DI MEMORIA – mostra di manifesti sui diritti umani in America Latina dall’archivio della Fondazione Basso”

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IMMAGINI DI MEMORIA – mostra di manifesti sui diritti umani in America Latina dall’archivio della Fondazione Basso

5-16 novembre 2018 / lun-ven 9h00-17h30

Fondazione Basso / via Dogana Vecchia 5 / www.fondazionebasso.it

Nell’ambito della mostra giovedì 8 novembre alle ore 15:30  si terrà un incontro dedicato agli studenti di alcune scuole superiori romane ma aperto al pubblico in cui, partendo dai manifesti in mostra,si racconterà il periodo buio delle dittature in America latina.
Prenderanno parte all’incontro Andrea Mulas – esperto di storia dell’America Latina, Vincenzo Pira – sociologo antropologo, Giancarlo Monina – docente di Storia contemporanea Università di Roma3, Simona Luciani – responsabile dell’archivio storico della Fondazione Basso.

 

I ventiquattro manifesti della mostra Immagini di memoria sono una componente significativa del patrimonio conservato presso l’Archivio della Fondazione Lelio e Lisli Basso, nei fondi Tribunale Russell II, Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) e Sezione internazionale-Diritti dei popoli. Le immagini raccontano le storie di liberazione dei popoli di ogni parte del mondo e le loro resistenze alla violenza dei regimi dittatoriali e della guerra civile. Sono anche testimonianza della solidarietà internazionale e dell’incessante impegno profuso nella promozione dei diritti umani dalla Fondazione Lelio e Lisli Basso, dalla Fondazione internazionale Lelio Basso per il Diritto e la Liberazione dei popoli, dal Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) e dalla Lega internazionale per i Diritti dei popoli.

La ricognizione geografica, culturale e politica della solidarietà qui proposta prende le mosse dal sostegno ai processi di decolonizzazione e ai movimenti di liberazione nazionale dell’Africa e dell’Asia, che incarnavano i valori e i principi della pace e dell’autodeterminazione dei popoli riconosciuti nella Carta delle Nazioni Unite del 1945 e nella Risoluzione n. 1514 del 1960. Queste orientarono le rivendicazioni dei movimenti anticoloniali e antimperialisti che confluirono nell’esperienza promossa dal giurista e politico italiano Lelio Basso, il quale, sulla scia del precedente Tribunale Russell sul Vietnam (1966-67), diede vita al Tribunale Russell II sulle dittature in America Latina (1972-76).

Sin dalla fine della seconda guerra mondiale, la regione latinoamericana si era affermata progressivamente come terreno di conquiste nel campo politico e sociale e, al tempo stesso, come laboratorio della loro negazione. Le iniziali aperture democratiche, infatti, erano state presto travolte dal clima della Guerra fredda che ostacolava ogni ipotesi riformista e di politica sociale. Il colpo di stato in Brasile del 1964 comportò la corrosione sistematica e diffusa delle libertà civili, politiche, economiche e culturali che il paese aveva fino ad allora riconosciuto. Qualche anno più tardi, il modello brasiliano fu subito duplicato in Uruguay e in Cile, il cui colpo di Stato dell’11 settembre del 1973 scosse fortemente la società italiana, attenta sostenitrice del progetto socialista del presidente Salvador Allende. Secondo Lelio Basso, la minaccia ai diritti fondamentali dell’uomo “proclamati e abbandonati senza tutela” e il dilagare della repressione in America Latina richiedevano la creazione di uno strumento di denuncia e la partecipazione di tutti gli esponenti del mondo politico e sociale, prerogativa dello sviluppo pieno di ogni sistema democratico. Fu quanto lui stesso affermò in occasione del discorso di apertura della prima sessione del Tribunale Russell II: “La nostra azione contribuirà a risvegliare la coscienza del mondo […]. Le esigenze della pubblica coscienza possono diventare una fonte riconosciuta di diritto […] e un tribunale che emani direttamente dalla coscienza popolare è un’idea destinata a camminare”.

Questa idea ha potuto estendersi e consolidarsi fino a oggi grazie al TPP, il cui operato si ispira alla Dichiarazione universale dei diritti dei popoli proclamata ad Algeri nel 1976. In questi anni, il TPP e la Fondazione Lelio Basso hanno monitorato con occhio critico e propositivo il difficile ritorno alla democrazia nei paesi dell’America Latina, lo sviluppo del neocolonialismo economico, la globalizzazione, e la dichiarazione di non competenza della Corte penale internazionale rispetto ai crimini economici.

Le immagini di memoria della repressione politica, dei desaparecidos della dittatura Argentina e della guerra civile in Guatemala, degli esiliati, dei difensori dei diritti umani e della giustizia sociale, come Marianella García Villas e Monseñor Oscar Romero, e della ricomparsa, in anni più recenti, della “guerra giusta”, testimoniano l’aspirazione ancora viva alla democrazia e all’universalità dei diritti, che sono alla radice della missione e dell’operato della Fondazione Lelio Basso e del TPP. Sono immagini che invitano a riflettere: i diritti umani, oggi più che mai, necessitano di una continua e costante difesa della loro applicazione. A questo proposito, il giurista Salvatore Senese, già presidente del TPP, ricordava, citando Basso, che “il cammino di emancipazione dell’umanità si misura in tempi lunghi” e ha bisogno di avvalersi dell’impegno costante e del contributo delle presenti e future generazioni.

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Progetto sostenuto con i fondi 8×1000 della Tavola Valdese, in collaborazione con l’Associazione Amici della Fondazione Basso.

 

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